(Teleborsa) -
I travagli politici ed economici russi stanno facendo pagare un
grosso tributo alle aziende anche fuori dai propri confini. Le più penalizzate sono quelle dei paesi limitrofi, come la
Finlandia.
Nokian Renkaat (ITE) e
Stada Arzneimittel (SAZ), sono tra le molte decine di aziende non russe in tutto il mondo, che
esportano verso la Russia almeno il 10% delle proprie vendite, con limature finanziare significative ni propri bilanci.
In borsa i
titoli di queste aziende sono crollati mediamente di circa il 20%, a fronte di un aumento di 2,3% dell’indice MSCI All-Country World e un calo dell'8% dell’indice
STOXX Europe 600.
Per le note circostanze ucraine, gli Stati Uniti e Unione europea hanno cercato di punire la Russia del presidente
Vladimir Putin, reo di voler sostenere i ribelli filo-russi nella loro campagna militare indipendentista, causando la
caduta del rublo di oltre il 22% nell’ultimo trimestre.
"La Russia è un paese molto imprevedibile e queste circostanze rendono molto fumoso qualsiasi scenario si possa ipotizzare", ha detto Nicholas Reitenbach, gestore di fondi internazionali presso Wilkinson O'Grady & Co. "Sono molto perplesso su tutta la situazione per cui non investiamo sul mercato russo e sulle aziende in qualche modo coinvolte".