(Teleborsa) - Giornata di passione per le borse asiatiche, che hanno risentito del panic selling che ha investito i mercati mondiali, a causa del
crollo del prezzo del greggio, dei pessimi dati cinesi sull'andamento del manifatturiero (ai minimi da sette mesi) e dopo l'intervento della banca centrale Russa, che ha alzato il costo del denaro al 17% (ai massimi dal 1998).
La borsa di Tokyo ha risentito del forte apprezzamento dello yen e dei bond giapponesi, a scopo cautelativo, dopo l'ennesimo crollo del prezzo del greggio ed in seguito alle cattive notizie economiche giunte dall'Estremo oriente. Ciò ha penalizzato i titoli dei grandi esportatori, come Sony, Canon, Toyota e Nikon.
L'indice Nikkei ha perso così oltre il 2% a 16.755,32 punti, mentre il Topix ha lasciato sul terreno l'1,88% a 1.353,37 punti.
Tra le altre borse asiatiche Seul ha terminato in calo dello 0,85%, mentre Taiwan ha perso lo 0,39%. In prevalenza negative le altre piazze asiatiche che chiuderanno più tardi le contrattazioni, con Hong Kong che cede l'1,12%, Singapore l'1,94%, Kuala Lumpur lo 0,5%, Jakarta l'1,87% e Bangkok il 2%.
I controtendenza la borsa di Shanghai +2,2%, che a fronte di dati molto negativi, è stata galvanizzata dalla
scommessa di un nuovo intervento della banca centrale a sostegno dell'economia.