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"Salario minimo: meno stato, più parti sociali": parla Gian Piero Gogliettino

Referente della Fondazione L. Einaudi del FVG

Economia
"Salario minimo: meno stato, più parti sociali": parla Gian Piero Gogliettino
(Teleborsa) - "In uno Stato democratico, liberale e riformista, la definizione del salario minimo non può essere materia riservata al legislatore ma, inevitabilmente, è prerogativa delle parti sociali, tanto più in un mercato del lavoro come quello italiano, storicamente incentrato su un sistema di relazioni industriali e contrattazione collettiva". Lo ha detto Gian Piero Gogliettino, referente della Fondazione Luigi Einaudi per il FVG, rispetto alla ripresa del dibattito politico-sindacale domestico sulla necessità o meno di un salario minimo legale.

“La determinazione di una regolamentazione che fissi un minimale retributivo, al pari di quello contributivo, è senza dubbio ineluttabile per porre fine al deplorevole fenomeno, sempre più attenzionato anche dalla magistratura inquirente, del lavoro povero o sottopagato.

“La strada maestra - ha aggiunto Gogliettino -, più coerente non solo con il pensiero dei nostri padri costituenti, ma anche del legislatore ordinario che - in più occasioni - rimanda alla contrattazione collettiva comparativamente più rappresentativa per il diritto a benefici normativi ed economici, non può che essere il riconoscimento pubblicistico della stessa contrattazione collettiva di categoria.

Una tale soluzione normativa non può che tradursi nella definizione di una legge sulla rappresentanza sindacale, tale da conferire efficacia obbligatoria ai contratti collettivi, rendendoli applicabili nei confronti di tutti i lavoratori appartenenti ad un determinato settore merceologico, allineandosi così anche ai desiderata europei di promozione dei medesimi accordi.

Del resto un’impostazione normativa liberale e riformista, così come auspicata, favorendo l’affermazione della certezza del diritto e di un sistema positivo di competitività sia per gli operatori economici che per i lavoratori, risolverebbe altrettante criticità, non solo salariale, quali una fra tutte la concorrenza sleale, che si annida sovente nel campo degli appalti e subappalti, soprattutto in quei comparti in cui convivono una pluralità di contatti collettivi, frutto di una proliferazione di sigle sindacali”, ha concluso Gogliettino.
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