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Il dibattito della cucina

Geopolitica e disinflazione alla base del recupero

Nell'autunno del 1959, per cercare di abbassare la tensione che era andata crescendo nei due anni precedenti dopo il lancio in orbita dello Sputnik e la paura americana di essere stati superati tecnologicamente, Stati Uniti e Unione Sovietica organizzarono due esposizioni commerciali, una russa a New York e una americana a Mosca.

Nixon, allora vicepresidente, accompagnò Khrushchev nella sua visita al padiglione americano a Mosca. La visita era ripresa dalle televisioni e i due leader, pur in un clima volutamente disteso, si lanciarono varie frecciate che sono passate alla storia come il dibattito della cucina.

Fu infatti davanti a una cucina modello, allestita per l'occasione con tanto di lavastoviglie e frigorifero, che Nixon celebrò la liberazione della donna americana dalla schiavitù domestica e l'ampia accessibilità economica delle abitazioni anche per le famiglie a basso reddito. Khrushchev, davanti a uno spremilimoni elettrico, replicò spazientito che si faceva prima a spremere a mano, che i progressi della donna sovietica erano ben maggiori e che la casa, da loro, era garantita a tutti.

Dopo 64 anni, in effetti, possiamo ben dire che le distanze tra America e Russia, almeno per quanto riguarda la casa, si sono ridotte. Nel 1960 il costo medio di una casa americana era di 12mila dollari, una volta e mezza il reddito medio annuo. Oggi è di 314mila dollari, quasi quattro volte il reddito medio. In Russia, d'altra parte, la coabitazione di più famiglie nello stesso appartamento, diffusa in era sovietica, è finita, mentre le khrushchevka, le case popolari prefabbricate degli anni Sessanta, vengono demolite e sostituite.
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