Facebook Pixel
Milano 13-mag
34.815,91 0,00%
Nasdaq 13-mag
18.198,61 +0,21%
Dow Jones 13-mag
39.431,51 -0,21%
Londra 13-mag
8.414,99 0,00%
Francoforte 13-mag
18.742,22 0,00%

Argentina contesa, tra Yuan e Dollaro

Alla fine, farà come tutti: "Pecunia non olet"


Non solo i rapporti commerciali tra Argentina e Cina sono stati "dedollarizzati", ma la stessa Argentina ha visto accolta la domanda di far parte del Gruppo dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) a partire dal prossimo 1° gennaio. Il Gruppo sarà così composto di 11 membri, visto che ai fondatori si sono aggiunti l'Argentina, l'Arabia Saudita, l'Egitto, gli Emirati Arabi, l'Etiopia e l'Iran.

Qui sta il nodo.

Da una parte l'Argentina ha perseguito la "dedollarizzazione" degli scambi commerciali con la Cina che è ormai il secondo partner, ed è pure entrata a far parte del Gruppo dei BRICS; dall'altra parte, il neo Presidente Milei ha sbandierato la completa "dollarizzazione" dell'Argentina, sostituendo il peso ed eliminando la Banca Centrale.

Milei viene conteso: mentre ha ricevuto congratulazioni calorosissime sia da Donald Trump che da Jair Bolsonaro, che nell'ambito delle rispettive Presidenze degli Usa e del Brasile sono stati entrambi assai severi verso la Cina, Pechino a sua volta ha ostentato tranquillità: "Siamo pronti a lavorare con Buenos Aires per portare avanti la nostra amicizia, rafforzare lo sviluppo e la rivitalizzazione dei nostri Paesi con una cooperazione vantaggiosa per tutti, e per promuovere lo sviluppo costante e a lungo termine delle relazioni Cina-Argentina".

Da ultra liberista quale si professa, Milei ha già dovuto dare prova di equilibrismo: mentre ha affermato che non è sua intenzione intrattenere rapporti con i "Paesi comunisti", sottintendendo con questo termine la Cina di Xi Jinping ed il Brasile di Ignazio Lula, allo stesso tempo ha confermato che i rapporti commerciali sono decisi autonomamente dai privati.

Milei sa bene che per le esportazioni argentine è impossibile trovare mercati di sbocco alternativi al Brasile ed alla Cina. Anche "dollarizzare" l'Argentina è un sogno ricorrente, sin dai tempi di Domingo Cavallo

Alla fine, farà come tutti: "Pecunia non olet"

Argentina contesa, tra Yuan e Dollaro
Condividi
"
Altri Editoriali
```