(Teleborsa) - Parte con grande clamore la missione dell'Italia in Kazakistan, partecipata dal Governo, da
Confindutria e patrocinata dall'
Istituto per il Commercio Estero (ICE).
Nell'ambito della missione, il veicolo finanziario
SACE ha allo studio 500 milioni di euro di nuovi progetti in Kazakistan, dove punta a consolidare il posizionamento del nostro Paese, non solo in campo energetico, ma anche con il Made in Italy, che comprende una gamma diversificata di comparti industriali. Infatti, oltre all'oil&gas, il Kazakistan offre alle aziende italiane, molte opportunità anche nelle
infrastrutture, tecnologie meccaniche, agroalimentare, tessile e abbigliamento.
La missione italiana nel Paese,
come preannunciato, ha preso il via stamattina nella capitale
Astana, dove erano presenti rappresentanti dei ministeri dello Sviluppo economico e dell'Economia, il viceministro Carlo Calenda, i responsabili dell'ICE, oltre a numerosi rappresentanti di Confindustria e del mondo imprenditoriale italiano.
Con un export superiore ad oltre 700 milioni, l'Italia è il
secondo più grande esportatore nel paese del centro Asia,
dopo la Germania, grazie a settori come la meccanica (che rappresenta oltre il 43% dell'export nel Paese) e la moda (con il 22%).
Nonostante i rischi e le incertezze, SACE ha visto opportunità interessanti per investire nel Paese, grazie anche al piano di investimenti pubblici del valore di 5 miliardi di dollari, che mira a potenziare il ruolo del Kazakistan nel trasporto aereo, marittimo e ferroviario a livello regionale.
L'ambasciatore Ravagnan italiano in Kazakistan,
Stefano Ravagnan, nell'ospitare la missione, ha parlato di un mercato più "sofisticato" e competitivo, ma ha anche avvertito che non bisogna dare nulla per scontato. "Non possiamo vivere sugli allori", ha affermato, ricordando che il Kazakistan non è solo petrolio e gas.
Il
viceministro Calenda ha invece affrontato il tema del giacimento Kashagan dell'
Eni, confermando probabilmente l'avvio entro il 2016, senza slittamenti.